NIENTE È IMPOSSIBILE

Una nuova sfida

Quando mi chiama un uomo ho sempre molti pensieri per la testa. Per esperienza penso sempre al solito lumacone di turno che ci vuole provare. In questi casi faccio in modo che durante la telefonata ci sia la voce della mia bimba in sottofondo che mi chiama.

07
04
14

Sapere che sei una madre è sempre un ottimo deterrente per molti di loro. Non è questo il caso però. Superata l’ansia da provolone capisco che il ragazzo che mi contatta ha solo un obiettivo: iniziare un percorso per ritrovare sé stesso. Chiarisco subito che non sono una psicologa e non è assolutamente mia intenzione sostituire quella particolare figura professionale perché ognuno ha le sue aree di competenza.

Parliamo un po’ e capisco che questo ragazzo ha ben chiaro quello che faccio e ha individuato esattamente quelle che sono le figure che lo aiuteranno a riprendersi la sua vita. È molto importante per me aiutarlo e lasciare un segno importante nella sua vita. Finalmente ci conosciamo di persona, arrivo nel suo appartamento e mi fa fare un piccolo tour. Gli spazi sono molto ridotti e tutta la sua vita è sparsa in tutti gli appoggi e angoli possibili immaginabili. Vestiti in cucina, documenti sul davanzale della finestra pronti a volare fuori al primo colpo di vento ecc.

 

Un piccolo appartamento, una grande persona

 

L’appartamento è sui sessanta metri quadrati circa, ben illuminato e con un bel terrazzino vista mare.  Mi ritrovo a pensare che tutti dovremmo avere “una vita vista mare”. Mi viene subito in mente questa famosa citazione che spesso ho visto condivisa attraverso i Social: “Il mare è pace e tempesta, stiamo vivendo la tempesta per ritrovare la pace qui oggi.”

Ci mettiamo subito a lavoro e, dopo pochi minuti, Alessandro manifesta la volontà di uscire e abbandonare la casa e quel che abbiamo appena iniziato a fare. Gli spiego che non posso lavorare da sola, la sua presenza è fondamentale e imprescindibile. Allora facciamo una pausa, prendiamo qualcosa da bere e parlando riesco a capire il motivo di questo cambiamento repentino. Sopra il davanzale tra bollette della luce e del gas troviamo il libretto degli esami dell’Università. Inizia il suo racconto.

Alessio si trasferisce a Milano per iniziare gli studi al Politecnico e, come tutti i ragazzi della sua età, è tanto entusiasta quanto impaurito. Inizia a frequentare dei coetanei incontrati nei primi giorni di lezione e cominciano ad andare insieme alle prime feste. Inizia tutto da qui e il meccanismo si inceppa. I festini sono a base di alcool e droga e Alessio, fragile e sensibile, perde subito il controllo.

Dopo pochi mesi di permanenza a Milano la famiglia inizia a percepire che qualcosa non va, i soldi non bastano mai e sentono il figlio molto strano. Alessio si rinchiude in casa ed esce solo per frequentare i giardinetti pubblici in cerca dei pusher della sua zona. Dopo circa un anno la famiglia è in ginocchio e il padre va a recuperare Alessio a Milano. Vedendo lo stato in cui si trovava lo riporta a casa per affidarlo a una comunità di recupero. I sogni di una carriera universitaria si spengono a causa dell’eccessiva fragilità e della droga. Dopo un periodo di recupero il ragazzo torna a casa e inizia a lavorare perché si sente in debito, in debito con la famiglia e con la vita.

Alessio diventa coraggioso e determinato e decide di andare a vivere da solo. La famiglia, a differenza di altri casi che ho visto, appoggia con intelligenza e consapevolezza la scelta perché capisce che la fiducia è un gran dono e che gli errori possono segnare ma non annullare un’esistenza. Alessio può farcela.

 

La soddisfazione di farcela insieme

 

Dopo questa parentesi riprendiamo il lavoro del MetaRiordino con un’energia diversa. Voglio anch’io trasmettere la mia fiducia e dare un aiuto concreto a questo ragazzo che dopo essere scivolato ha avuto la forza e la voglia di rialzarsi. Si cade da soli ma, insieme agli altri, è possibile rialzarsi insieme.

Sono soddisfatta e piacevolmente sorpresa di essere riuscita a dare una mano ad un ragazzo che ha affrontato un duro percorso di sacrifici per riabilitarsi. Sono felice e onorata di aver conosciuto una persona speciale. Sono grata per avere avuto la possibilità di fare questo lavoro con Alessio. Sono felice di poter aiutare, trovo che tutto ciò sia una grande fortuna, questo è un dono del MetaRiordino che insegna a me per prima ad ascoltare ad accogliere.